Vernaccia di San Gimignano

La Vernaccia di San Gimignano, Regina Bianca in una Toscana di vini rossi

Lunga vita alla Vernaccia di San Gimignano!

Racconta di un territorio unico che negli ultimi cinquant’anni, grazie a una sapiente ricerca sia viticola che enologica e all’impegno dei viticoltori sangimignanesi  – i Paladini della Regina e custodi del paesaggio – che hanno investito risorse, cura e sapere, ha saputo rinnovarsi, esaltare la sua peculiarità producendo un vino contemporaneo, fortemente identitario e caratteriale, che può vantare una lunga storia alle tavole di papi e re. 


Oggi gli ettari vitati dedicati alla Vernaccia di San Gimignano sono circa 750, con i vigneti che seguono l’inclinazione di dolci colline, in un paesaggio di una bellezza naturale rara, dominato dalle torri della città medievale. Suoli di antica origine marina – sabbie gialle e argille – donano alla Vernaccia di San Gimignano un sorso sapido e ricco, con una intensità minerale che si accentua nel tempo, consentendo a questo vino  speciale di reggere perfettamente alla sfida del tempo.

La Vernaccia di San Gimignano è un vitigno autoctono per eccellenza, il grande interprete della viticoltura di San Gimignano fin dal Medioevo.

Negli ultimi cinquant’anni la Vernaccia di San Gimignano, grazie al forte sviluppo della ricerca sia viticola che enologica e all’impegno dei viticoltori sangimignanesi che hanno investito risorse, cura e sapere ha saputo rinnovarsi, esaltare la sua unicità producendo un vino moderno, fortemente identitario e caratteriale.

Per ripercorrere la storia della Vernaccia di San Gimignano è necessario tuffarsi nella storia e ripartire dal periodo medioevale:

1200

Parrebbe che un certo Vieri de’Bardi abbia portato La Vernaccia a San Gimignano dall’allora lontana Liguria.

1276

Negli “ordinamenti delle gabelle” del Comune di San Gimignano è riportata l’imposizione di una tassa di tre soldi per tutti coloro che vendono una “soma di Vernaccia” fuori dal territorio comunale.

1308-1320

Dante Alighieri nella sua Divina Commedia cita un unico vino e questo è La Vernaccia: nel Canto XXIV manda il Papa Martino IV nel Purgatorio a scontare i peccati di gola: in particolare, le anguille di Bolsena affogate nella Vernaccia.

1321

Si trovano atti che descrivono le vigne nel territorio di San Gimignano: “Narduccio del fu Saladuccio acquista alcuni pezzi di terra nella vigna di Casale riservandosi l’orto e il pastino vernaccie”.

1465

La Vernaccia brilla nei calici delle nozze di Bernardo Rucellai con Nannina Medici, sorella del più famoso Lorenzo il Magnifico.

1468

Ludovico il Moro, signore di Milano pretende dal Comune di San Gimignano 200 fiaschi di Vernaccia per le nozze di un Visconti con Isabella, figlia del Re di Napoli.

1477

Il Comune di San Gimignano, viste le richieste di Vernaccia da parte dei potenti, nomina due ufficiali assaggiatori che ricerchino il vino Vernaccia “il migliore e ben condizionato”.

1541

Sante Lacerio, bottigliere di papa Paolo III Farnese, dopo aver chiesto al Comune ottanta fiaschi di Vernaccia, in una lettera si rammarica del fatto che a San Gimignano si coltivano troppo l’arte e la scienza a scapito della Vernaccia, che “è una perfetta bevanda da Signori, et è gran peccato che questo luogo non ne faccia assai”.

1565

La Vernaccia compare a Firenze in Palazzo Vecchio: Giorgio Vasari dipinge in una formella del Salone de’500 in Palazzo Vecchio l’allegoria di “San Gimignano e Colle Val d’Elsa” rappresentata da “un satiro giovane che beve la Vernaccia di quel luogo”.

1610

Francis Scott, autore della prima Guida turistica d’Italia per i viaggiatori dell’epoca descrive così San Gimignano: 

“Cittadina particolare perché produce vina vernatica finissimi e si decora bene di Templi splendidi”.

1643

Michelangelo Buonarotti “il giovane” scrive i versi che ben identificano le caratteristiche della Vernaccia di quel tempo: bacia, lecca, morde e picca e punge. 

1768

Giovanni Targioni Tozzetti, naturalista e medico, botanico e storico della scienza scrive a proposito della Vernaccia: “ha tanto poco colore che pare acqua, e al palato riesce gentile, ma non risveglia una sensazione di gran sapore, sicchè gustato appare vino leggerissimo, ma nello stomaco mette gran fuoco”.

1787

L’ospedale di Santa Fina in San Gimignano vanta tra le sue proprietà una “vigna delle vernaccie”.

1815

Ignazio Malenotti accademico dei Georgofili nel suo “best seller” dell’epoca il “Manuale del vignaiolo Toscano” lamenta il fatto che a San Gimignano non si trovano più vigneti di sola Vernaccia, ma è tutta mescolata con altri vitigni per “fare vino comune”e invita a produrre Vernaccia in purezza, descrivendo le modalità tradizionali della vinificazione dell’antico vino.

1931

Carlo Fregola reggente della Cattedra Ambulante di Agricoltura di Colle Val D’Elsa è il primo ad essere convinto e cerca di convincere gli agricoltori di San Gimignano a comprendere l’importanza del tentativo di ridare alla Vernaccia l’antica considerazione perché il prodotto risulta essere veramente pregevole.

1966

La Vernaccia di San Gimignano è il primo vino italiano ad ottenere la Denominazione di Origine Controllata.

1972

Il 3 luglio 1972 nasce il Consorzio della Vernaccia di San Gimignano che da un nuovo ed incisivo slancio alla produzione che cresce sia in quantità che qualità.

1993

Il Consorzio chiede ed ottiene la Denominazione di Origine Controllata e Garantita, il massimo riconoscimento della legislazione viti-vinicola vigente.

2010

Il Consorzio chiede ed ottiene sostanziali modifiche al disciplinare di produzione, che consentono ai viticoltori sangimignanesi di produrre un vino autentico ma moderno, unico ed irripetibile. Primo disciplinare di produzione di un vino italiano che esclude esplicitamente l’uso di alcuni vitigni che andrebbero ad alterare le caratteristiche peculiari del prodotto.

La Vernaccia di San Gimignano, questo antico vitigno toscano è l’anima e la sostanza dell’omonimo vino. 

La Vernaccia di San Gimignano può essere prodotta con uve a bacca bianca coltivate esclusivamente nel territorio del Comune di San Gimignano con un minimo dell’85% fino al 100% di vitigno Vernaccia di San Gimignano.

La resa per ettaro non può superare le 9 tonnellate di uva e tutte le fasi produttive, vinificazione, invecchiamento, imbottigliamento e affinamento devono avvenire nell’area di produzione, ovvero solo all’interno del territorio dell’antica città di San Gimignano.

Il Consorzio della Vernaccia di San Gimignano nasce il 3 luglio 1972 per volontà di alcuni viticoltori del territorio sangimignanese illuminati che, consapevoli del valore storico e territoriale del vino Vernaccia di San Gimignano (unico vino citato nella Divina Commedia del sommo poeta Dante Alighieri) ritengono imprescindibile tutelare, valorizzare e promuovere l’unico antico vino bianco e l’esclusivo territorio da cui nasce.

Irina Strozzi ricopre oggi il ruolo di Presidente del Consorzio della Vernaccia di San Gimignano, di cui suo padre, il Principe Girolamo Strozzi, è stato co-fondatore e primo Presidente per oltre vent’anni.

La Vernaccia di San Gimignano DOCG (annata) mostra il suo carattere ribelle soprattutto nelle caratteristiche organolettiche che si differenziano dallo standard dei soliti vini bianchi. Il profumo deciso e la forte sapidità contraddistingue questo vino unico. Al naso è fine, delicata ed elegante e racchiude in sé piacevoli note floreali, fruttate, con accenni di erbe aromatiche, spezie e altri profumi soprattutto quelli del mare antico. Diventa emozionante in abbinamento con il pesce, le carni bianche, i formaggi freschi, uova e fritture, nonché con i primi piatti a base di pasta con sughi bianchi alle zucchine, porri, fiori di zucca e anche sughi con verdure difficilmente abbinabili al vino quali gli asparagi.

I vitigni complementari a bacca bianca non aromatici che possono contribuire al blend (massimo 15%) devono essere iscritti al registro nazionale delle varietà di vite del Mipaaf e autorizzati dalla Regione Toscana. Non è consentito l’impiego dei vitigni: Traminer, Muller Thurgau, Moscato Bianco, Malvasia di Candia, Malvasia Istriana, Incrocio Bruni 54. I vitigni Sauvignon Blanc e Riesling Italico possono concorrere nella misura massima (da soli o congiuntamente) del 10%.

La Vernaccia di San Gimignano oltre ad essere l’unica espressione nel panorama viti-vinicolo mondiale dell’omonimo vitigno raro, storico e autoctono, (vitigno Vernaccia di San Gimignano) è anche uno dei pochissimi vini bianchi italiani a DO che, grazie alla sua indubbia capacità di evolversi magistralmente nel tempo, può essere prodotta anche nella tipologia “Riserva”.

La Vernaccia di San Gimignano DOCG Riserva è uno dei rarissimi vini italiani che devono essere rivendicati con la menzione “Riserva” già nella fase vendemmiale. Il disciplinare di produzione prevede un affinamento minimo di 11 mesi dei quali almeno 3 in bottiglia prima dell’immissione al consumo. E’ lasciata libera scelta al singolo produttore sulla tipologia dei vasi vinari da utilizzare per l’affinamento obbligatorio e questo consente di produrre vini “Vernaccia di San Gimignano Riserva” che sono vera espressione di “terroir”, riconoscibili, unici, identitari e caratteriali.

E’ un vino bianco fermo e secco, sapido, di struttura, persistente   e con una sua naturale grande capacità di invecchiamento.  Si presenta con un bel colore giallo paglierino spesso carico, con riflessi che nel  tempo diventano sempre più dorati, limpido e brillante. 

La Vernaccia di San Gimignano DOCG Riserva aggiunge al bouquet dei profumi della Vernaccia sensazioni di miele, pepe bianco e nero, spiccata salinità, muschio, gesso e confetto,  accompagnati da complesse note minerali di pietra focaia. Si abbina meravigliosamente  con scampi, aragosta, astice e ostriche, pesce al forno, alla griglia e al cartoccio, fritture di mare e di lago, salmone affumicato, con il pesce crudo e con piatti a base di tartufo. 

Collaborazione speciale e testo: Consorzio del Vino Vernaccia di San Gimignano

Vernaccia di San Gimignano

Vernaccia di San Gimignano, White Queen in a Tuscany filled with red wines, tells the story of a unique territory which, over the last fifty years, thanks to skilful viticultural and oenological research and the commitment of San Gimignano’s winegrowers – the Guardians of the Queen and of the landscape – who have invested resources, care and knowledge, has succeeded in renewing itself, enhancing its uniqueness and producing a contemporary wine with a strong identity and character, that can boast a long history on the tables of popes and kings. To trace the story of Vernaccia di San Gimignano, we need to take a step back into history, to the Middle Ages, a time when it enjoyed considerable fame and was the only wine mentioned by acclaimed writer Dante Alighieri in his “Divine Comedy”.

Moving closer to the present day, the Consorzio della Vernaccia di San Gimignano was founded on the 3rd of July 1972, bringing a new and incisive impetus to production, which grew in both quantity and quality.
Today, some 750 hectares are devoted to the cultivation of Vernaccia di San Gimignano, with the vineyards following the slope of gentle hills, in a landscape of rare natural beauty, dominated by the towers of the medieval town. Soils of ancient marine origin – yellow sands and clays – give Vernaccia di San Gimignano a rich, savoury flavour and a mineral intensity that is accentuated as the years go by, allowing this very special wine to stand up perfectly to the test of time.

Vernaccia di San Gimignano is the native grape variety par excellence, the great interpreter of San Gimignano’s viticulture since the Middle Ages.

Over the last fifty years, thanks to the strong development of both viticultural and oenological research and the commitment of San Gimignano’s winegrowers, who have invested resources, care and knowledge, Vernaccia di San Gimignano has succeeded in renewing itself, enhancing its uniqueness and producing a modern wine with a strong identity and character.

To trace the history of Vernaccia di San Gimignano, we need to take a step back into history, to the Middle Ages:

1200

It would appear that a certain Vieri de’Bardi brought Vernaccia to San Gimignano from the then distant Liguria…….

1276

The “ordinamenti delle gabelle” (levy regulations) of the Commune of San Gimignano mention the imposition of a tax of three “soldi” for anyone selling a “soma di Vernaccia” outside the communal territory…….

1308-1320

In his Divine Comedy, Dante Alighieri mentions only one wine and that is Vernaccia: In Canto XXIV he sends Pope Martin IV to Purgatory to be punished for sins of gluttony: in particular …the eels of Bolsena drowned in Vernaccia………..

1321

Deeds are found describing the vineyards in the territory of San Gimignano: “Narduccio, son of the late Saladuccio, purchases some plots of land in the Casale vineyard, keeping the vegetable garden and the ploughed land for Vernaccia for himself”….

1465

Vernaccia gleams in the glasses of the wedding of Bernardo Rucellai with Nannina Medici, sister of the more famous Lorenzo the Magnificent.

1468

Ludovico il Moro, Lord of Milan, demands 200 flasks of Vernaccia from the Commune of
San Gimignano for the wedding of a Visconti with Isabella, daughter of the King of Naples.

1477

The Commune of San Gimignano, seeing the requests for Vernaccia from those in power, appoints two official tasters to search for “the best and well-conditioned” Vernaccia wine.

1541

Sante Lacerio, bottler to Pope Paul III Farnese, after having asked the Commune for eighty flasks of Vernaccia, writes a letter expressing his regret that art and science are cultivated too much in San Gimignano to the detriment of Vernaccia, which “…is a perfect drink for Gentlemen, and it is a great pity that this place does not make a lot of it….”.

1565

Vernaccia appears in Florence, at Palazzo Vecchio: Giorgio Vasari painted the allegory of “San Gimignano and Colle Val d’Elsa”, represented by “a young satyr drinking the Vernaccia of that place”, on a panel in the Salone de’500 at Palazzo Vecchio……

1610

Francis Scott, author of the first Travel Guide to Italy for travellers of the time, describes San Gimignano as follows: “…. a particular town because it produces very fine Vernaccia wine and is well decorated with splendid temples”.

1643

Michelangelo Buonarotti “the younger” writes the verses that clearly identify the characteristics of Vernaccia at that time: …kisses, licks, bites and pricks, and stings……

1768

Giovanni Targioni Tozzetti, naturalist and physician, botanist and historian of science writes about Vernaccia: “it has so little colour that it seems to be water, and it is gentle on the palate, but does not arouse a sensation of great flavour, so that when tasted it seems to be a very light wine, while lighting a great fire in the stomach”.

1787

The hospital of Santa Fina in San Gimignano boasts a “Vernaccia vineyard” among its properties.

1815

Ignazio Malenotti, academician of the Georgofili, in his “best seller” of the time, the “Manuale del vignaiolo Toscano” (Manual of the Tuscan Winegrower), laments the fact that there are no longer any vineyards in San Gimignano planted with Vernaccia alone, with all of them being mixed with other vines to “make common wine”, and calls for the production of Vernaccia in purity, describing the traditional methods of vinification of the ancient wine.

1931

Carlo Fregola, Regent of the Ambulant Chair of Agriculture in Colle Val D’Elsa, is the first to be convinced and tries to convince the farmers of San Gimignano to understand the importance of the attempt to restore Vernaccia’s ancient consideration because the product really is remarkable…..

1966

Vernaccia di San Gimignano is the first Italian wine to obtain the Denominazione di Origine Controllata (Designation of Controlled Origin).

1972

The Consorzio della Vernaccia di San Gimignano is founded on 3 July 1972, bringing a new and incisive impetus to production, which grows in both quantity and quality.

1993

The Consortium applies for and obtains the Denominazione di Origine Controllata e Garantita (Designation of Controlled and Guaranteed Origin), the highest recognition under current winegrowing legislation.

2010

The Consortium applies for and obtains substantial amendments to the production regulations, allowing the winegrowers of San Gimignano to produce an authentic yet modern, unique and unrepeatable wine.They are the first production regulations for an Italian wine that explicitly exclude the use of certain grape varieties that would alter the product’s distinctive characteristics.

Vernaccia di San Gimignano, this ancient Tuscan grape variety, is the soul and substance of the wine of the same name.

Vernaccia di San Gimignano can be made from white grapes grown exclusively in the Municipality of San Gimignano, with a minimum of 85% up to 100% Vernaccia di San Gimignano grapes.

The yield per hectare cannot exceed 9 tonnes of grapes and all production phases, vinification, ageing, bottling and refining must take place in the production area, i.e. only within the territory of the ancient city of San Gimignano.

Vernaccia di San Gimignano DOCG (vintage) is a still, dry white wine, fine, balanced and characterised by great harmony. It has a beautiful straw yellow colour with pale green to golden highlights, very clear and sometimes brilliant.

The nose is fine, delicate and elegant and contains pleasant floral and fruity notes, with hints of aromatic herbs, spices and other scents, especially those of the ancient sea.

Consultation of many sensory tasting datasheets reveals that the floral notes of Vernaccia di San Gimignano can be traced back to orange blossom, hawthorn, mimosa, broom, white and yellow roses, elderflowers, locust, magnolia, jasmine, lily of the valley, linden blossom, etc. Fruity descriptors range from almond to citrus fruits, and many varieties of apple, pear, white peach, apricot, yellow plum and tropical fruits.

Vernaccia di San Gimignano Riserva is one of the very rare Italian wines which must be declared “Riserva” at the time of harvest.

The production regulations envisage a minimum ageing period of 11 months, at least three of which in the bottle before release for sale. The individual producer is left free to choose the type of wine containers to be used for the compulsory ageing process, and this allows the production of “Vernaccia di San Gimignano Riserva” wines that are a true expression of their “terroir”, recognisable, unique, identifiable and characteristic.

It is a still, dry white wine, savoury, full-bodied, persistent and with a great natural capacity for ageing. It has a beautiful, deep straw yellow colour, with highlights that become increasingly golden, clear and brilliant as time goes by.  

Vernaccia di San Gimignano DOCG Riserva adds sensations of honey, white and black pepper, pronounced saltiness, moss, chalk and sugared almonds to the bouquet of Vernaccia aromas, accompanied by complex mineral notes of flint. The flavour is elegant, rich, savoury and persistent with a strong silky sensation that delights the palate.

It pairs wonderfully with prawns, lobster, langoustine and oysters, baked, grilled and foil-baked fish, fried seafood and freshwater fish, smoked salmon, raw fish and dishes accompanied by truffle.

It is unrivalled with medium-mature cheeses, enhancing their savouriness, and also with blue cheeses.

Fantastic and inimitable when paired with sushi.

Serving temperature of around 12-16°C, depending on personal taste.

Special collaboration and text: Vernaccia di San Gimignano Wine Consortium.

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